Condivisione del 04/05/2008 Condivisione di Mariano "Da anni sentivo parlare di Costellazioni e un po’ ne avevo paura. Poi con molta discrezione, preso per mano, con una guida sono arrivato in un mondo fatato dove poter sperimentare, veramente, altre vite vissute, altri modi di pensare. Essere in grado di guardarsi alle spalle, un po’ come una civetta che lentamente e con grazia gira il capo di 180°, con occhi profondi, ampi e precisi senza perdere alcun particolare ma anche in grado di uscire volontariamente dal proprio corpo, guardare se stessi dall’alto, utilizzando diverse angolazioni. Mi dà soddisfazione fare la comparsa, con sincerità, senza bisogno di fare il protagonista, ascoltare quello che arriva, ed esprimerlo nel modo più adatto, staccando la spina cervellotica del razionale. Viene meno la timidezza, la paura di sbagliare non ha alcun senso, la spontaneità diventa padrona, il riso o il pianto quasi non sono miei, ma da qualche parte arrivano! La volontà anche forte, qualche volta, di interpretare personaggi arroganti o odiosi, che forse sono parte della mia persona recondita, nascosta in chissà quale scantinato, dall’essere più profondo, emerge con irruenza. In seguito la sensazione e un benessere, come mai prima, un senso di liberazione da una zavorra ormai vecchia e scaduta che forse aveva il suo senso utile tempo fa ma oramai i termini massimi di conservazione erano ampiamente superati." Mariano |
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